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lunedì 26 dicembre 2016

Step23. "The Savage Mind"

23. UN COLORE "SELVAGGIO"

Siamo arrivati quasi alla fine di questo percorso che ha sviscerato e analizzato il turchese scuro approfondendone i legami che lo uniscono ai più diversi ambiti di quella che consideriamo la nostra realtà.
In questo post è arrivato il momento di indagare il turchese scuro indagandone il suo aspetto più "selvaggio": il pensiero antropologico primordiale che associamo ai vari segni del reale al fine di dare loro un ordine nel quale muoverci.  

L'analisi di questo post si rifà alle teorie filosofiche teorizzate dall'antropologo francese Claude Lèvi-Strauss* , massimo esponente dello strutturalismo* , pensiero che si fonda sul presupposto che ogni elemento che possiamo analizzare è parte di un insieme più ampio di altri elementi e trova senso funzionale esclusivamente dalle relazioni che lo associano ad altri di questi.

L'indagine di Claude-Lèvi-Strauss analizza la tematica filosofica del rapporto tra natura e cultura, dell'agire secondo predeterminati, spesso inconsapevoli, principi mentali che trovano compimento nell'organizzazione mentale di sistemi di tipo relazionale.


Claude Lèvi Strauss
All'interno del saggio "Il Pensiero Selvaggio" (1962) Lèvi-Strauss teorizza il pensiero selvaggio come una modalità del pensare umano, comune a tutti gli uomini indifferentemente dalla loro origine e cultura la quale:

"tratta di una forma logica di pensiero che, piuttosto che agire per astrazione, classificazione e sublimazione di qualità, o gerarchizzazione logica di classi ideali, opera, partendo da una particolare attenzione alle qualità sensibili del reale considerate nella loro capacità di fungere da segni, per produrre una continua rete di simboli e di significati."
(cit. Enciclopedia Treccani, link* )

Continuando il discorso dello Step.04* (sul mito) ho ricercato in modo più profondo il "pensiero selvaggio" radicato nella percezione del turchese scuro.
Di particolare interesse sono in questo frangente le descrizioni del colore che hanno fatto artisti, letterati, ma anche studiosi della simbologia universale come Jung* e altri psicologi che sui colori hanno costruito addirittura dei test psicologici della personalità.

 W. Kandinsky*  diceva in relazione all'azzurro (di cui il turchese scuro rappresenta una gradazione generica) utilizzato all'interno della sua opera " improvvisazione 19* (suono azzurro):

Improvvisazione 19, Kandinsky, 1911
"Tanto più scuro è l'azzurro tanto più esso attira l'uomo nell'infinito, risveglia in lui la nostalgia del puro e, in fin dei conti, del soprasensibile. È il colore del cielo come noi ce lo immaginiamo al suono della parola cielo."

In questa citazione si parla dell'azzurro come quello del colore del cielo, credo che il pensiero più selvaggio del turchese scuro sia proprio il pensiero che richiama al colore del cielo. Come emerge anche dall'analisi dello Step.07* (sul cinema), l'azzurro sembra attirare l'uomo nell'infinito, trascinandolo in mondi fantastici, lontani e remoti.

Secondo Goethe* , invece l'azzurro è il colore che conduce verso l'ombra, è una contraddizione di sentimenti di eccitazione e di pace. Una superficie azzurra dinnanzi a noi tende a arretrare, ci sfugge così da guardarlo volentieri perchè non ci aggredisce, ma ci attrae verso di sè.

Goethe si riferiva forse alla contraddizione tra la forza irruenta e la calma piatta che contraddistingue il mare ( Step.06* , sulla fisica), capace da sempre di attrarre verso sè l'uomo con il suo straordinario fascino.





Jung differenziò i modelli psicologici attraverso un atteggiamento del soggetto (introverso o estroverso) in relazione con la sua funzione dominante. Jung teorizzava quattro funzioni dominanti alle quali erano associati determinati colori: pensiero, sentimento, sensazione, intuizione. L'ipotesi di Jung era che la preferenza individuale verso determinati colori corrispondeva alla funzione che caratterizzava il proprio tipo psicologico. 
L'azzurro che ancora una volta veniva accostato al cielo corrispondeva alla funzione del pensiero.

Per concludere, volevo compiere un ultimo e successivo passo finale. Abbiamo parlato all'interno del nostro blog dell'enorme diffusione e apprezzamento della gemma turchese nelle varie epoche e nelle più diverse aree geografiche del mondo. Il fascino ultimo del colore turchese scuro, risiede probabilmente nell'essere immagine "selvaggia" dell'elemento che riteniamo più indispensabile per la nostra sopravvivenza: l'acqua. La natura come sappiamo non agisce mai per caso e a livello primordiale probabilmente, azzardo io, attraverso la nostra percezione più naturale del colore ha operato per facilitarci nel difficile compito di sopravvivere.


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